ROMA. Si chiamerà Azione il nuovo Movimento voluto da Carlo Calenda: nascerà il 21 novembre a Roma, avrà due avversari dichiarati - il Movimento 5 Stelle e Matteo Renzi - e un’ambizione, quella di intercettare la fascia di elettorato “liberal” deluso dal Pd e da Forza Italia e che si è in parte rifugiato nell’astensionismo. Interlocutori sociali di Azione due dei segmenti che più soffrono il declino italiano: gli under 30 istruiti, l’imprenditoria diffusa.

E il nome voluto da Calenda allude proprio alla palude italiana e all’imperativo categorico di uscirne muovendo le acque, decidendo. Anche se la parola azione richiama anche un tradizione politica, quella del Partito d’azione, che per decenni ha ispirato la cultura laica italiana.

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Seguiranno il processo costituente del nuovo movimento - ma per il momento senza entrarne a far parte – personaggi come Emma Bonino e Stefano Parisi, mentre l’elenco delle adesioni è un cantiere aperto, che si è affollato nelle ultime ore dopo l’annuncio che il Movimento nascerà il 21 novembre. Accanto a Calenda, nel ruolo che in un partito toccherebbe al segretario, un quarantenne temprato alla politica come l’emiliano Matteo Richetti, che dopo aver affiancato Matteo Renzi nella stagione più corrosiva e innovatrice, nelle settimane scorse aveva lasciato il Pd.

Il video con cui Calenda annuncia l'addio al Pd su Twitter

A detta di Calenda la decisione di accelerare la nascita del Movimento sarebbe stata determinata dalla manifestazione del 14 novembre in piazza Maggiore a Bologna. Ha scritto su Twitter Calenda: “Questa mobilitazione va onorata. Il 21 lanceremo il nuovo movimento politico. Nonostante il poco tempo siamo pronti a lavorare con Stefano Bonaccini e con il Pd per combattere insieme. Ovviamente se i 5S non saranno alleati”. E questa è la prima pregiudiziale: caro Pd, con i Cinque stelle non si va da nessuna parte. In Emilia, ma anche a Roma. E la seconda pregiudiziale riguarda Matteo Renzi, che con la sua Italia Viva insiste nello stesso spazio elettorale di Azione. Con la differenza che Renzi, promotore del governo, fa spesso la fronda ma poi è costretto a difenderlo in tutti i passaggi stretti. Ecco perché Calenda diventa il peggior “nemico” di Renzi, ecco perché se la legislatura dovesse terminare prematuramente, Zingaretti avrebbe due forni “moderati” ai quali attingere. E Azione, di fatto, consentirà al Pd di ridimensionare le richieste di Matteo Renzi al momento di formare le liste e la coalizione.

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