ROMA. Mancherà al mondo della persone giuste una donna come Giulia Maria Crespi, innamorata dell'ambiente e preoccupata per il futuro l'uomo, schietta come raramente accade, pronta a portare avanti le sue convinzioni senza giri di parole e senza inutili sofismi, si era data un motto e vi è rimasta fedele fino alla morte, arrivata oggi all'età di 97 anni: «Chi ha avuto molto deve dare molto». L'imprenditrice che diede impulso a Italia Nostra e che creò il Fai, fu tra le prime a preoccuparsi del degrado delle nostre bellezze salvando alla devastazione un patrimonio immenso di beni italiani. Figlia unica, proveniva da una delle principali famiglie industriali lombarde: fu educata in casa, dove ebbe la fortuna di avere tra i suoi insegnanti Fernanda Wittgens, la grande Soprintendente che fece risorgere Brera dopo la Seconda guerra mondiale. Sposò in prime nozze Marco Paravicini, già comandante partigiano, da cui ebbe due gemelli: Luca e Aldo. La tragica morte del marito in un incidente stradale la lasciò giovane vedova: nel 1965 sposò in seconde nozze l’architetto Guglielmo Mozzoni. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti in tutta Italia, tra cui dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine «al merito della Repubblica Italiana».I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata.

È morta Giulia Maria Crespi, dal Corriere della Sera al Fai


Giulia Maria Crespi era nata a Merate nel 1923 ed entrò nel 1962, dopo forti insistenze con l'adorato padre Aldo, nella gerenza del Corriere della Sera, giornale che contribuì a rinnovare attraverso le direzioni di Giovanni Spadolini ma soprattutto Piero Ottone. A collaborare furono chiamati scrittori e giornalisti come Pier Paolo Pasolini e Goffredo Parise. E fu ancora lei, antesignana per l'epoca, a volere al suo fianco Antonio Cederna perché si occupasse dei temi ambientali di cui ancora nessuno pareva interessarsi. Forte di questa intuizione e profondamente convinta che quello fosse il vero tema del futuro come in effetti fu, già dal 1965 e fino al 1975 s'impegno' in una lunga e proficua attività in Italia Nostra, associazione di salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali. Nel 1975 lasciò la gestione editoriale del Corriere concludendo così una lunga tradizione familiare: i Crespi per 90 anni hanno avuto tra le mani la proprietà del quotidiano e fu proprio Giulia Maria a cedere la sua quota, per ventun miliardi, all’editore Andrea Rizzoli. Negli anni si era guadagnata il soprannome di “zarina” per la contestata gestione del giornale: la virata nella linea editoriale portò all’allontanamento del direttore Spadolini (sostituito da Ottone) e all’aperto contrasto con Indro Montanelli, che la definì «dispotica guatemalteca». Fu a questo punto che con Renato Bazzoni fondò il Fai (Fondo per l’Ambiente Italiano) del quale ancora oggi era attiva e combattiva presidente onoraria. Fu lei a dotarlo dei 500 milioni di lire iniziali e a versare il denaro per acquistare, e donare, il Monastero romano-longobardo di Torba (Varese) nel 1976, il primo Bene importante del Fondo.

L'appello a Papa Francesco di Giulia Maria Crespi nel 2015: "Misericordia per la terra"


A ricordarla, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala: «La scomparsa di Giulia Maria Crespi priva Milano di uno dei punti di riferimento più precisi e consapevoli della sua recente vicenda storica. Giulia Maria, a cui mi legava un rapporto di schietta amicizia, è stata una lucida esponente di quella imprenditoria cui la nostra terra deve molto del suo sviluppo e della sua capacità di confronto con l'Europa… Il Fai, grazie a lei, è un modello per tutto il mondo di quella cura che il nostro Paese merita. Deve essere nostro impegno fare in modo che la sua lezione non vada perduta».
«Con tristezza apprendo della scomparsa di Giulia Maria Crespi una grande donna italiana che ha dedicato la propria vita all'impegno civile e al volontariato fondando nel 1975 il Fondo ambiente italiano. Grazie alla sua intuizione, anno dopo anno, migliaia di italiani si sono impegnati con energia e competenza a difesa del paesaggio e del patrimonio storico-artistico», ha aggiunto il ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini.

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